giovedì 5 settembre 2013

CAP. 18 - L'ORDINAMENTO ITALIANO IN EVOLUZIONE


CAP. 18 - L'ORDINAMENTO ITALIANO IN EVOLUZIONE

1. OGNI ORDINAMENTO E' SEMPRE IN TRASFORMAZIONE
Qualsiasi ordinamento è sempre in continua trasformazione e come tutti i fenomeni sociali anche l'ordinamento giuridico è espressione della società,quindi cambia col cambiare delle società.La società italiana sia in epoca monarchica ma sopratutto in epoca repubblicana ha conosciuto cambiamenti enormi che hanno influenzato il suo ordinamento giuridico e la sua costituzione.
Il mutare della società influisce anche sull'ordinamento costituzionale con o senza adeguamento formale del testo della costituzione.
Questo dipende molto anche dal modo in cui sia scritto il testo più o meno duttile ed elastico ovvero più o meno capace di adattarsi al successivo inevitabile cambiamento della società e dei suoi principi e valori.
Quando si ha una scarsa elasticità del testo o si sono avuti profondi cambiamenti
la capacità della costituzione di perseguire la sua funzione si esaurisce e allora qua c'è la necessità di una modificazione costituzionale.La modificazione può riguardare aspetti non essenziali o che non coinvolgono i principi e i valori di fondo e in questo caso si procede con una semplice revisione costituzionale;Essa però può coinvolgere le basi e le scelte fondati dell'ordinamento e quindi si dovrà parlare di un mutamento costituzionale(che può avvenire in forma pacifica o attraverso eventi traumatici).Se si procede con una specie di periodica manutenzione dell'ordinamento e del testo costituzionale in modo da adeguare le parti superate rispetto al cambiamento sociale per perseguire al meglio i valori a cui sono sottesi sarà più difficile che avvenga un esigenza di mutamento radicale
mentre ordinamenti poco elastici andranno incontro a questa esigenza.

  1. ALLE ORIGINI DELL'ORDINAMENTO ITALIANO:LO STATUTO ALBERTINO
Sin dal XIX secolo si molto discusso sulla continuità o alla novità che avrebbe caratterizzato l'ordinamento giuridico italiano all'indomani della realizzazione dell'unità nazionale rispetto all'ordinamento del Regno di Sardegna.Vi era un nuovo ordinamento o un ampliamento per annessioni successive a quello sardo?
Dietro a questa disputa si può notare una questione politica sostanziale:la possibile messa in discussione dei Savoia e della Corona.Sopratutto per questo non si concesse mai alle richieste di assemblea costituente che vennero fatte più volte dalla parte progressista del movimento nazionale italiano (Mazzini).
L'unificazione e il consolidamento del Regno d'Italia si fondarono sull'alleanza fra corona e borghesia liberale moderata e queste erano alla base della costituzione materiale dell'epoca.La monarchia non si sarebbe potuta discutere salvo solo eventi rivoluzionari e non si sarebbe parlato di assemblea costituente; Si sono dovuti attendere 85 anni dall'unificazione,una guerra mondiale persa e la compromissione monarchica con un regime autoritario perché si tenesse la prima assemblea costituente.
Sotto il profilo formale vi sono vari aspetti a favore della tesi della continuità e della costituzione del Regno D'Italia per incorporazione nel Regno di Sardegna di una serie di ordinamenti statuali prima indipendenti:Statuto e leggi furono estesi a tutto il territorio mano a mano acquisito,il re non assunse il titolo di primo re d'Italia ma mantenne il nome di Vittorio Emanuele II;le legislature continuarono la numerazione avviata l'8 maggio 1848 e difatti quella che il 17 marzo 1861 approvò il disegno di legge governativo che sanciva la nascita del Regno d'Italia rimase l'VIII (non la I).Mentre sotto il profilo sostanziale è vero che il popolo e il territorio erano profondamente diversi da quelli che avevano caratterizzato il Regno di Sardegna.L'estensione all'Italia delle leggi sarde rispecchiò il predominio delle forze politiche e sociali vicine alla monarchia le quali concessero poco alle élite d'ispirazione democratico-liberale e ai loro progetti.Per cui dati formali e sociologici concordano sul fatto che si trattò del poderoso ingrandimento e trasformazione del Regno di Sardegna.
L'Italia con lo Statuto ebbe così la sua prima carta fondamentale (concesso da Carlo Alberto nel 1848).Fu elaborato da un consiglio di conferenza dove quasi tutti i 17 componenti erano molto riluttanti ,al pari del loro sovrano.Vi erano grandi timori verso la scelta per la monarchia rappresentativa ed essa fu compiuta e la costituzione concessa solo per timore dopo che Ferdinando II aveva dato la costituzione al Regno delle Due Sicilie.
Il '48 dell'ottocento fu una grande rivoluzione europea che si estese in tutto il continente.Date le caratteristiche del Regno di Sardegna l'influenza della cultura politico istituzionale francese era forte.Così per il futuro statuto venne presa come modello la Charte del 1814. La prima legge elettorale venne elaborata sull'esempio francese del sistema uninominale a doppio turno,il regolamento della Camera dei deputati fu la trascrizione dell'Assemblea nazionale dell'epoca.
Lo statuto delineava una monarchia costituzionale nella quale il potere del esecutivo era nelle mani del re;il potere legislativo era condiviso dal re e dalle due Camere(Camera dei deputati rappresentativa mentre il Senato del Regno era di nomina regia vitalizia ma non ereditaria);la giustizia era emanata del re e doveva essere amministrata in suo nome.I ministri del re erano responsabili,ma non si specificava davanti a chi e comunque questa responsabilità era stata concepita solo a copertura dell'inviolabilità del re.Gli articoli da 24 a 32 trattavano dei diritti e dei doveri dei cittadini mentre l'articolo 1 fortemente voluto dal re proclamava il cattolicesimo romano religione di stato e garantiva agli altri culti la tolleranza.Lo Statuto è stato considerato una costituzione flessibile perché non era previsto un meccanismo di modificazione aggravato ne alcuna forma di controllo della conformità della legge rispetto ad esso e quindi non vi sarebbero stati strumenti per impedire che la legislazione successiva vi derogasse (come accadde con il fascismo).Questa dottrina è contestata da altri che richiamano il fatto che l'art 81 abrogava espressamente ogni legge ad esso contraria e ritengono che alle origini lo statuto fosse una costituzione rigida diventata flessibile nella prassi.Ciò sarebbe avvenuto dopo il fascismo perché la giurisprudenza attesta che nei tribunali lo statuto venne considerato più volte rigido tanto da decidere l'inapplicabilità di quella legge non conforme.
La ragione del perché lo Statuto sia considerato flessibile è che il fascismo non esitò d'imporre per legge istituzioni del tutto incompatibili senza che l'ordinamento reagisse e senza nemmeno modificarlo per non sfaldare del tutto la corona.

3)L'EVOLUZIONE DELL'ORDINAMENTO STATUARIO
La vicenda statuaria sarebbe durata fino al secondo dopo guerra.Dividiamo la storia delle istituzioni statuarie in due fasi:fino al fascismo e dopo il fascismo.

-Fino all'avvento del regime fascista

Prima che venisse esteso a tutto il Regno d'Italia,lo Statuto fu interpretato conformemente al progressivo affermarsi della responsabilità degli esecutivi nei confronti delle assemblee rappresentative(in particolare alla camera elettiva).Quindi si passo subito dalla monarchia costituzionale alla monarchia costituzionale,con le seguenti caratteristiche:

A)Rappresentanza ristrettissima e alle elezione della camera del 1909 gli elettori erano solo l'8,3% dei cittadini, quindi il regime liberale assunse caratteri democratici con lentezza.Il suffragio universale maschile fu introdotto nel 1912
e allargato definitivamente nel 1919(non alle donne però)

B)Latenti tendenze dualiste implicite nello Statuto(lasciava al re un ruolo d'indirizzo politico accanto al parlamento)continuarono periodicamente a tornare durante le fasi critiche della vita dello Stato,quando per emergenze interne o esterne la corona riprese nelle proprie mani il potere esecutivo.In particolare il re ebbe l'ultima parola nella nomina dei ministri militari o degli esteri.

C)Il Senato del Regno non assunse mai un ruolo autonomo,di organo di equilibrio fra re e Camera o contraltare della Camera.Il Governo si appropriò subito della primazia in materia di proposte di nomina di nuovi senatori e grazie alle infornate(Immissioni periodiche di Senatori scelti dai notabili di fiducia)fu in grado di controllarlo.

D)Il Governo nel complesso si rafforzò ma in misura relativa non potendo,in assenza di partiti, contare in una salda maggioranza politica.Fece largo uso dei suoi poteri amministrativi per condizionare le elezioni e consolidare il proprio consenso.Cerco di legiferare i suoi decreti con alterno successo.Il Presidente del Consiglio fu sempre costretto ad assicurarsi il necessario sostegno parlamentare
e questo raramente fu scontato anzi fu condizionato da pratiche trasformiste(parlamentare che passa dall'opposizione alla maggioranza per ottenere qualche beneficio personale o per il suo collegio elettorale)
E)La Magistratura ebbe un'indipendenza relativa;i magistrati dell'accusa dipendevano dal governo,i giudici(esclusi quelli della pretura che avevano doppia funzione requirente e giudicante)erano tutelati inamovibili solo dopo tre anni e l'inamovibilità era non dalla sede ma dall'ufficio( a parità di grado e funzione potevano essere trasferiti dal ministro).

F)Le Libertà dei cittadini conobbero una certa tutela ma furono fortemente limitate in occasione dei frequenti ricorsi agli stati d'assedio.(per molto tempo il Regno di Napoli fu sottoposto alla legge marziale e al regime militare per la lotta al brigantaggio)

G)Dopo l'avvento al trono di Vittorio Emanuele III a seguito dell'assassinio del padre Umberto I (1900),il blando riformismo di Giolitti si tradusse in una progressiva apertura ai ceti più disagiati e una legislazione sociale che teneva conto delle esigenze di quest'ultimi.Mentre le masse popolari si erano cominciate ad organizzare in partiti politici strutturati,repubblicani e socialisti,mentre i cattolici tornarono progressivamente alla partecipazione politica.

F)A fine Ottocento si affermò;mutuato dalla Francia,un regime di tutela giurisdizionale del cittadino a fronte degli atti della pubblica amministrazione,con l'istituzione di apposite sezioni del Consiglio di Stato(la VI nel 1889 e la V nel 1907)che dette vita al sistema a doppia giurisdizione che è rimasto quasi intatto ai giorni nostri.

-Dopo l'avvento del regime fascista

Furono gli sconvolgimenti determinati dalla Prima guerra mondiale,anche nei paesi che l'avevano vinta come l'Italia a mettere in crisi le fragili democrazie europee.Cedettero una dopo l'altra alla tentazione di dare risposta alla travolgente domanda,condotta con violente agitazioni di lavoro,di prestazioni e di servizi dei ceti popolari,di sicurezza e di ordine dei ceti medi,ricorrendo a metodi statalisti e autoritari.Nei seguenti stati:
Portogallo,Polonia,Ungheria,Germania,Austria,Grecia,Cecoslovacchia, Romania ed infine Spagna la democrazia parlamentare crollò.
In Italia il disegno autoritario del fascismo si manifestò ancor prima con la marcia su Roma e con la decisione del re di non emanare il decreto di stato d'assedio che il governo Facta aveva sottoposto al fine di far fronte all'eversione fascista,e la nomina di Benito Mussolini a Presidente Del Consiglio ,pur forte solo di 35 deputati,sono della fine ottobre del 1922.
Il governo Mussolini,una compagnia ministeriale in cui sedevano i comandanti dell'esercito(generale Diaz)e della marina(ammiraglio Thaon di Revel)ottena la fiducia alla camera(306 favorevoli e 116 contrari)inclusa buona parte dei liberali e dei popolari.In Italia il regime parlamentare entrò in crisi prima che altrove non fu una conseguenza della legge elettorale proporzionale del 1919 ma del fatto che le forze politiche che entrarono in quell'occasione alla Camera non furono capaci di esprimere una maggioranza in grado di guidare il paese e fronteggiare i problemi lasciati dalla guerra.La classe dirigente liberale da sola non poteva farcela e le altre forze politiche non volevano e non potevano aiutarla anche perchè erano divise al loro interno.Vi fu così una fase pseudo-parlamentare nella quale il governo Mussolini non governò in maniera così diversa dai governi precendenti.Mussolini teorizzò la costituzione di uno stato nuovo e non esitò a minacciare le istituzioni parlamentari che gli votarono la fiducia ne novebre del 1922.Venne istuita la milizia volontaria per la sicurezza nazionaleche fu presentata come un tentativo di irreggimentare le ''squadracce''con le quali il Partito nazionale fascista era andato al potere e fu limitata la libertà di stampa(1923);furono fatte scelte simboliche come istituire il Natale di Roma il 21 Aprile sostituendolo al
1° maggio e furono stampate le nuove monete del fascio littorio.
Dopo il delitto di Matteotti(1924)e dopo l'abbandono della Camera di gran parte dell'opposizione(l'Aventino),Mussolini decise di sfidare l'opinione pubblica con un famoso discorso del gennaio 1925 col quale si assunse la responsabilità politica di quanto era avvenuto e fece intendere che non sarebbe tornato indietro e sarebbe andato avanti fino a costruire un vero e proprio regime.Poteva farlo grazie alla legge elettorale del 1923(legge Acerbo),aveva oltre il 70% dei seggi alla Camera.Seguirono così:

A)Legge che rafforzava notevolmente il ruolo del presidente del Consiglio,il quale diventava il vero capo del governo e sopprimeva il rapporto fiduciario governo-parlamento che si era instaurato in via consetudinaria

B)Riduzione enti locali ad enti autarchici con vertici di nomina prefettizia,ilpodestà(1926)

C)Istituzione Tribunale speciale per la difesa dello Stato(1926)

D)Scioglimento partiti politici e di associazioni fra le quali la Massoneria(1926)

E)Carta del Lavoro e le leggi corporative che vietavano sciopero e serrata.istutuivano giudici del lavoro e imponevano contratti validi erga omnes stipulati però da sindacati riconosciuti dallo Stato,il tutto con il fine di superare la lotta di classe(1926-27)

F)Costituzionalizzazione del Gran consiglio del fascismo vertice collegiale del Pnf,cioè l'attribuzione di funzioni statali a un organo di partito:l'unico organo a proporre il nome del presidente del Consiglio al re in vista della formazione del governo,sostituendo in questa Camera(1928)

G)nuova legge elettorale affidava la scelta dei membri della Camera al Gran consiglio,in una lista unica che gli elettori potevano solo approvare(1928)

H)Patti Lateranensi di un regime di rapporti con la Chiesa cattolica su base concordataria riconoscendo a essa privilegi grazie ai quali potè annunciare la conciliazione fra Stato e Chiesa(1929)

I)Nuovi codici di pubblica sicurezza,penale e procedura penale:il codice Rocco poneva al primo posto i reati contro la personalità dello Stato .

J)Leggi Razziali che discriminarono pesantemente i cittadini di origine ebraica in contraddizione con l'art 24 dello Statuto(1938)

K)la soppressione della Camera dei deputati sostituita da una Camera dei fasci e delle corporazioni organo formato per decreto del capo del governo e costituito da 500 consiglieri del consiglio nazionale delle corporazioni dai circa 100 membri del consiglio nazionale del Pnf,nonchè dai membri del Gran consiglio del fascismo e dal suo ''duce''

Vincolato il re alla scelta di un capo del governo indicato dal partito unico,soppresso ogni pluralismo politico e sindacale,profondamente violata l'uguaglianza dei cittadini,soppressa la rappresentanza parlamentare,affidata la sicurezza interna a un tribunale speciale,dello Statuto Albertino rimase poco.Tutto ciò senza che il re facesse il minimo gesto per esercitare i suoi poteri(fino al 25 luglio del 1943)


4)DALLA CADUTA DEL FASCISMO AL REFERENDUM DLE 2 GIUGNO 1946
Il 25 Luglio 1943 il Gran cosiglio del fascismo approvando l'ordine del giorno proposto da Dino Grandi sfiduciò il capo del governo e del partito Benito Mussolini facendo appello al re perchè riassumesse la ''suprema inziativa di decisione''ovvero le prerogative che lo Statuo all'articolo 5 gli riconosceva.
Mussolini fu arrestato e il generale Badoglio fu nominato presidente del Consiglio secondo la prassi dei momenti di emergenza dell'Italia monarchica.
Seguirono:L'armistizio di Cassibile(3 settembre 1943) ma fu reso pubblico solo 5 giorni dopo.L'armistizio indicava nel dettaglio ciò che il governo italiano avrebbe dovuto fare per ''ripulire l'ordinamento'' dalle modifiche fasciste.
2)la fuga del governo e del re da Roma al sud (Brindisi)
3)la nascità a nord della Repubblica sociale italiana con a capo Mussolini liberato e sostenuto dai tedeschi(divenuti nemici data la cobelligeranza italiana al fianco delle nazioni unite)
4)vennero sopressi gli istuti creati dal regime fascista e sopresso lo stesso partito Nazionale fascista e restaurate le condizioni minime di pluralismo politico si profilò subito il contrasto fra corona e forze politiche antifasciste del Comitato di liberazione nazionale:ogni decisione imponeva di scegliere fra soluzioni che avrebbero marcato una continuità ovvero una rottura rispetto all'ordinamento statuario.La continuità era sostenuta da casa Savoia e dalle forze interne ed esterne che la sostenvano(Inglesi) mentre la rottura dai partiti antifascisti e dalle forze interne ed esterne che volevano l'instaurazione di un nuovo ordinamento(Americani).Sullo sfondo c'era c'era il giudizio sul fascismo ma sopratutto l'atteggiamento e la responsabilità di Vittorio Emanuele III e della corona in generale,da ciò dipendeva il futuro stesso di casa Savoia.
Il punto di fondo era:La trasformazione dello Stato avrebbe dovuto essere affidata agli statuari(alla Camera dei deputati)oppure a una apposità assemblea costituente che quasi a cent'anni dal Risorgimento le circostanze storiche rendevano possibile? Il contrasto trovò un parziale superamento con il Compromesso Istituzionale a seguito del quale Vittorio Emanuele III abdico in favore del figlio Umberto nominato luogotenente generale del regno e fu decisa la convocazione di un Assemblea nazionale con il compito di fornire pareri al governo,con riferimento particolare alla legge per l'elezione della Costituente.Era formata da 304 membri dei quali 176 nominati dai partiti antifascisti,46 dai sindacati mentre 60 erano ed parlamentari antifascisti,12 rappresentavo i reduci e 10 la cultura,le libere professioni,i dirigenti d'azienda.Nel 1945 venne esteso il diritto al voto anche alle donne,per la prima volta nella storia della costituzione italiana il suffragio divenne veramente universale.Nel marzo 1946,la scelta di due anni prima fu però messa in discussione e riveduta,si decise che a scegliere fra monarchia e repubblica sarebbe stato il corpo elettorale.Volevamo così i monarchici e partiti come la Dc,repubblicana nella dirigenza ma divisa nell'elettorato.Si parlò così di seconda costituzione provvisoria la quale prevedeva espressamente la responsabilità politica del governo davanti alla futura Assemblea costituente.Ma il governo manteneva il potere legislativo,salvo materia costituzionale,le leggi elettorali e l'approvazione dei trattati internazionali:ciò equivaleva a rinviare la prospettiva di riforme radicali.Il 2 giugno 1946 i cittadini votarono per il referendum Istituzionale(scegliendo la repubblica)e per eleggere la Costituente in base a una legge elettorale proporzionale simile a quella con la quale era stata eletta la Camera dei deputati nel 1919.Sull'esito del voto ci fu qualche contestazione a causa della cattiva formulazione dell'art.2 del d.lgs.lgt.98/1946 però contando anche i voti non validi la repubblica avrebbe prevalso.Dopo un breve braccio di ferro e un polemico messaggio di Umberto II e in una dura risposta del governo De Gasperi il 14 giugno alle 15:40 il re partì dall'aeroporto di Ciampino,lasciando per sempre l'Italia.Il successivo 18 giugno la Corte di cassazione proclamò l'esito definitivo del referendum.L'Assemblea costituente s'insediò il 25 giugno e tre giorni dopo Enrico De Nicola capo provvisorio dello stato.Essa risultò composta da:
Dc,Ps,Pci,Unione Dem. Naz.,Uomo Qualunque,Partito Repubblicano,Blocco Naz. Libertà,Partito D'Azione,Altri.



5.LA COSTITUENTE E LA COSTITUZIONE DEL 1948

La Costituente affidò a un apposita Commissione per la Costituzione composta di 75 membri scelti con criterio proporzionale(la Commissione dei 75,appunto)la redazione di un testo di base.Questa elesse presidente(il relatore generale)Meuccio Ruini e si divise in 3 sottocommissioni:una per i diritti e doveri dei cittadini,una per l'ordinamento costituzionale della Repubblica(divisa in 2 sezioni:Potere esecutivo e Potere giudiziario)e la terza per i diritti e i doveri economico-sociali.
Per il coordinamento formale del testo e per risolvere questioni delicate,fu costituito un comitato di redazione di 18 costituenti:coloro che concorsero da posizioni di maggiore responsabilità,anche politica,alla redazione del testo che l'Assemblea avrebbe approvato.il testo base fu presentato in Assemblea nel gennaio del 1947 e discusso per nove mesi in 170 sedute;furono presentati 1663 emendamenti e di questi ne furono accolti 292,un terzo dei quali in materia di ordinamento regionale( con o rapporti con la chiesa,il divorzio e i diritti economico sociali).L'approvazione finale ci fu il 22 dicembre del 1947,453 voti a favoree 62 contro.Alla Costituente non fu affidata la competenza legislativa generale:questo fino alle prime elezioni con l'entrata in vigore della nuova Costituzione, restò al governo così favorendo la continuità dell'ordinamento giuridico.Di ciò fu manifestazione la rinuncia alla preannunciata epurazione(allontamento dal pubblico impiego di coloro che si erano compromessi col fascismo)scelta che dai partiti fu considerata impraticabile anche perchè erano in concorrenza fra loro e alla ricerca di consensi.Si attuò una politica di riconciliazione che si tradusse in molti provvedimenti di clemenza.Sostituire nella pubblica amministrazione coloro che si sarebbero voluti o dovuti epurare non sarebbe stato facile.Così non s'impose ne la ricostruzione dello stato prefascsita(voluto dai liberali)nè il profondo rinnovamento economico,sociale ed istituzionale voluto dal Partito D'Azione e dai riformatori più radicali.L'improvviso accantonamento del presidente del Consiglio espressione del Cln,Ferruccio Parri,sostituito dal democristiano Alcide De Gasperi,fece vedere che si puntava a una democrazia fondata sui partiti di massa obbligati a trovare un intesa tra di loro non tanto sulle rifore da fare subito ma su quelle da fare domani:la Costituzione fu espressione di una rivoluzione mancata,e promessa di una rivoluzione futura(cit.Piero Calamandrei).In effeti la carta costituzionale,entrata in vigore il 1°gennaio del 1948,risultò innovativa,non tanto sul punto cruciale dell'organizzazione dei poteri ma in particolare sulla forma di governo.


In sintesi la Costituzione aveva i seguenti contenuti al suo interno:
-Non conteneva solo norme organizzative e procedurali ma anche  una tavola di VALORI e PRINCIPI che si trova riassunta nei ''Principi fondamentali''(Art.1-12)                                                                        
-formulazione ricca e articolata dei diritti e dei doveri dei cittadini anche quelli economico-sociali(scarsi nelle Statuto)

-Istituti che permettevano il diretto esercizio della sovranità da parte del popolo mediante il referendum sì

-controllo di costituzionalità delle leggi e un organo ad esso deputato,la Corte costituzionale

-Istituzione delle regioni a statuto ordinario e speciale,rompendo la struttura accentrata dell'ordinamento

-Granativa attraverso il Consiglio superiore della magistratura(nuovo nel panorama del costituzionalismo contemporaneo),a composizione mista l'indipendenza della magistratura.

Invece per altri aspetti le soluzioni parvero e furono modeste e deludenti:

A)Si tornò di fatto al governo parlamentare prefascista privo di efficaci istituti di razionalizzazione e perciò affidato alla capacità del sistema partitico d'interpretarlo.

B)Si delineò in forme ambigue la figura del presidente della Repubblica indirettamente rappresentativo

C)Alla fine si scelse un bicameralismo fatto da due Camere di estrazione assai simile e con le stesse funzioni compreso il rapporto fiduciario col governo(unico al mondo)

A differenza d'istituti già presenti nell'ordinamento statuario,quelli nuovi,in alcuni casi per espresso dettato costituzionale o per ovvie egisenze attuative non avrebbero potuto nascere senza successivi adempimenti del legislatore(referendum,regioniCorte costituzionale,Consiglio superiore della Magistratura)
Infine la Costituente confermò per la Camera e introdusse per il Senato leggi elettorali basate su formule proporzionali.



LE FASI DELLA STORIA DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA


La storia costituzionale repubblicana può essere studiata solo incrociando aspetti:Istituzionali e legislativi,vicende politiche e sociali e contesto internazionale.Si riconoscono 4 fasi:

1)una prima fase fu caratterizzata dalla questione dell'attuazione della Costituzione con rifermimento sia alla sua parte organizzativa sia alle sie norme in materia di diritti e libertà.Durò un ventennio(1948-1968) e fu segnata dal centrismo degasperiano,poi dal centro sinistra.Il primo si fondò sull'alleanza di una Dc forte con partiti laici minori di centro destra e centro sinistra.Il centrismo fu la coalizione di governo della prima legislatura (fino al 1953) e sul piano istituzionale si contraddistinse per la grande lentezza nell'attuazione degli istituti previsti dalla Costituzione al punto che l'opposizione parlò di ostruzionismo della maggioranza.Nel corso della seconda legislatura fu possibile attivare la Corte costituzionale.Non fu un fatto da poco,perchè questo ritardo fece si che si affermassero interpretazioni della costituzioni conservatrici e talvolta restrittive delle libertà dei cittadini.Sul piano internazionale il centrismo corrispose al periodo più intenso della guerra fredda.Esso terminò con il fallimento della legge elettorale con premio di maggioranza del 1953.Questa legge prevedeva l'attribuzione del 65% dei seggi alla Camera alla coalizione con la maggioranza assoluta dei voti.Ciò avrebbe permesso alla Dc di governare d aposizioni di forza,meno condizionata dagli alleati.A quelle elezioni il premio non scattò e la Dc decise di orientarsi verso un apertura ai socialisti per staccarlo dal Pci e ''allargare la base democratica''.Nel '63 naquero le coalizioni di centro sinistra e la stessa elezione di Giovanni Gronchi alla presidenza della Repubblica fu espressione di questa strategia.Anche grazie a il suo stimolo fu avviato il disgelo costituzionale:furono nominati i giudici della Corte,fu istituito il Csm(1958) anni dopo furono istituite le regioni('68-'70)e disciplinati i referendum('70).Intanto era stato firmato il Trattato di Roma ed era nata la comunità europea('57).

2)una seconda fase fu caratterizzata da una prima crisi politico istituzionale che mostrò l'incapacità del sistema politico di farvi fronte efficacemente e in tempi adeguati.Durò più di un decennio('68-'79).Il risveglio della società italiana coincise con un fenomeno che si manifestò in tutto l'occidente,innescato dalla rivolta studentesca nei campus in America e poi nelle università europee;in alcuni paesi(Fra-Ger-Ita)si combinò con le aspettative del mondo operaio e si chiedevano la riforma e la modernizzazione di isituizioni,scuole e università.In Italia i governi di coalizione di centro sinistra ebbero molte difficoltà ad agire con l'energia necessaria,paralizzata dai dissensi interni tra progressisti e conservatori;così non seppero dare risposta alle constestazioni e favorirono così la protesta che assunse forme di violenza che divenne endemica .Sempre negli stessi anni si verificarono gravissimi fenomeni di terrorismo stragista non senza connivenze di uomini di apparati deviati dallo Stato.La strategia della tensione fu la causa che fomentò ancor di più la contestazione giovanile e di frange operaie dove trovarono spazio organizzazioni terroristiche che non esitarono a far ricorso all'assassinio politico(Brigate Rosse).Il sistema politico reagì con governi di soledarietà nazionale con inclusione nella maggioranza del Partito Comunista('76-'79).Tutto ciò culminò nel rapimento e nell'uccisione dell'esponente di maggior peso della democrazia cristiana,Aldo Moro(1978).
Sul piano istituzionale il periodo fu segnato dalla centralità del Parlamento,di cui simbolo furono i regolamenti parlamentari del '71;le assemblee rappresentative divennero il luogo istituzionale dove tutte le forze politiche,potevano concorrere a determinare l'indirizzo politico e in certa misura a partecipare al potere.

3)la terza fase fu caratterizzata dal tentativo di aggiornare ed adeguare le istituzioni con aggiustamenti che non mettessero in dicsussione l'ordinamento e il ruolo delle forze politiche.Durò poco più di un decennio('79-'91).Dopo le elezioni anticipate del '79 Dc e Pci non poterono più proeguire la loro stentata collaborazione,anche perchè i rapporti internazionali stavano peggiorando;si varò una forma di governo diversa dalle precedenti,incentrata sulla formazione di pentapartito fra Dc,Psi e partiti laici minori(escludendo il Pci e l'Msi).
Il pentapartito fu contraddistinto per vari anni('81-'87).Dal fatto che, a simboleggiare equilibri politici in qualche misura nuovi,la presidenza del Consiglio affidata a statisti non Democristiani,un anomalia che nella situazione Italiana rispondeva a una sua razionalità.Nella impossibilità politica(non giuridica)di vera e propria alternativa di governo,si realizzava l'alternanza possibile all'interno della maggioranza.I governi pentapartito condussero una strategia di riforme interne al sistema costituzionale,dando vita a una stagione di riformismo quale mai si era vista,per quanto destinata a rivelarsi tardiva.
Fu rivisto il Concordato con la Chiesa(1984),riformati i regolamenti delle Camere per dare più forza al governo in Parlamento e fu ridimensionato il voto segreto(1983-1988);fu varato il nuovo ordinamento della presidenza delConsiglio(1988)rinnovate le procedure di bilancio,varato il primo ordinamento repubblicano delle autonomie locali (1990);fu riformato il codice di procedura penale(1989)varata la prima legge antitrust(1990) e si ratificò il duopolio del sistema radiotelevisivo fra Rai e Mediaset(1990).Tutto ciò non bastò per evitare la crisi perchè la finanza pubblica stav andando fuori controllo per l'eccesso di spesa.Fu così necessario far salire l'imposizione fiscale dal 30 ad oltre il 40% del Pil in soli dieci anni con inevitabili reazioni dai ceti colpiti.

4)la quarta fase fu successiva al fallimento del tentativo del decennio precedente e fu caratterizzata,in un contesto internazionale completamente modificato; Questo dovuto al crollo del comunismo sovietico(simboleggiato dalla caduta del muro di Berlino) e da una seconda grave crisi politico-istituzionale e dall'avvio di una serie di trasformazioni.E' la fase inagurata dal primo referendum sulla legislazione elettorale del 1991.All'inizio degli anni Novanta una serie di elementi si combinarono e suscitarono un movimento per il rinnovamento della politica e delle istituzioni:a all'improvviso venne meno l'esigenza di fare muro contro il comunismo;la competizione all'interno dell'Unione europea mise alla frusta le imprese;i vincoli europei svelarono l'insostenibilità del debito pubblico;la parte più dinamica del paese prese a subire con crescente insofferenza le lentezze e le inefficienze che attribuiva alla burocrazia romana(ecco i successi della Lega Nord) e i partiti tradizionali si rivelarono incapaci di sottrarsi ai bizantinismi di sempre,respinsero ogni forma che riducesse l'influenza di ciascuno dei gruppi dirigenti di cui era composto.Perduta ogni fiducia nella capacità dei partiti di riformare le istituzioni,alcune personalità politiche guidate da Mario Segni tentarono l'aggiramento del sistema partitico facendo ricorso a uno strumento oramai sperimentato per imporre quelle riforme che Parlamento e partiti non volevano fare(a cominciare dalla riforma del sistema elettorale):la stratefia referendaria.Le richieste di referendum abrogativo miravano a intaccare l'impianto proporzionalistico delle legge elettorali,considerato come fondamento del sistema politico italiano o dei suoi difetti.L'impresa non fu facile,dati i limiti posti dalla giurisprudenza della Corte costituzionale che in un primo momento considerò ammissibile nel 1991(sen. N.47) solo il quesito relativo a un aspetto importante ma non cruciale della legge elettorale della Camera(molteplicità delle preferenze),Due anni dopo,modificati i quesiti,si poté tenere il referendum decisivo sul maggioritario che ebbe ad oggetto la legge elettorale del Senato(18 aprile del 1993).
Queste vicende coincisero con una serie serie d'indagini della magistratura sulla corruzione amministrativa e sul finanziamento illecito della politica(mani pulite)che in un paio d'anni concorsero al crollo del sistema partitico che si era instaurato alla fine degli anni Quaranta.Scomparvero:Dc,Psi,Psdi,e di fatto,Pri e Pli.Si trasformarono radicalmente Pci e Msi(divenuto Pds e poi Ds e An).Nacquero partiti nuovi:a sinistra Rifondazione comunista;al centro Ppi e Ccd.Dal nulla sorse in pochi mesi un partito costruito per raccogliere il voto moderato(Forza Italia)fondato da uno dei maggiori imprenditori italiani(Silvio Berlusconi),azionista di maggioranza delle tre maggiori reti televisive private.I referendum produssero importanti novità sul fronte della legislazione elettorale:
elezione diretta di sindaci e presidenti di province delle regioni;nuove formule elettorali a prevalenza maggioritaria per Camera e Senato.Il nuovo sistema partitico rimase frammentato ma fu indotto a competere secondo una logica bipolare,dando vita a due coalizioni dislocate sull'asse destra-sinistra.Ciò permise di dare agli elettori la possibilità di scegleire da chi essere governati per l'intera legislatura.Furono riviste le norme sul finanziamento della politica e sulle campagne elettorali.Si avviò il risanamento della finanza pubblica che consentì all'Italia l'ingresso nell'unione economica e monetaria e il passaggio dalla lira all'euro.Dallo stato imprenditore si passò allo stato regolatore e per questo di moltiplicarono le autorità amministrative indipendenti.Nel contempo fu avviata una fase di forte decentramento dell'amministrazione centrale dello Stato,attraverso il conferimento di funzioni amministrative ad enti locali e regioni e vennero riordinati i ministeri.
7-L'ORDINAMENTO ITALIANO A SESSANT'ANNI DALLA COSTITUZIONE


L'ordinamento costituzionale dell'Italia agli inizi del terzo millennio era giàzdiverso da quello della fine anni '40,né avrebbe potuto essere altrimenti.Provando a stilare un bilancio complessivo delle delle principali modficazioni intervenute,si possono mettere in evidenza i seguenti asepetti.
La Costituzione del '48 ha conosciuto un numero relativamente limitato di modidicazioni.Nel complesso sono stati toccati 34 dei 139 articoli del testo:alcuni sono stati modificati più volte e 5 sono stati abrogati.In nessun caso si è trattato di modificazioni tali da incidere sull'impianto stesso della carta del '48.Si è avuta una serie di revisioni,e non mutamenti costituzionali.Valori e principi sono rimasti quelli riassunti nella parte sui principi fondamentali;Di tutti i primi 54 articoli sono stati modificati solo l'art.27(Pena di morte),l'art 48(voto all'estero)e l'art 51(parità uomo donna):Ad eccezione delle correzioni degli anni dal 1963-1967,tutte le altre innovazioni si concentrano negli anni dal 1989 ad oggi(12 leggi di revisione su 15).La Costituzione nei suoi istituti e nella sua parte organizzativa ha trovato attuazione pressochè integrale.Della ritardata attuazione si è detto:si può aggiungere che con la riforma dell'organizzazione del governo (1999)si può considerare completata anche l'attuazione dell'art 95.3 Cost.Infine vanno sottolineati questi punti essenziali:

-Il prestigio della Corte costituzionale,affermatasi come organo indefettibile dell'ordinamento, forte e consolidato.Essa ha saputo accorciare i tempi delle sue decisioni e svolge le funzioni di garanzia della Costituzione ad essa affidate.

-L'esecutivo e il presidente del Consiglio si sono rafforzati vuoi per effetto del bipolarismo indotto dalla legislazione elettorale,vuoi per i nuovi strumenti normativi sempre più all'altezza delle esigenze di efficienza e di omogeneità del governo democratico

-Il potere normativo si progressivamente spostato dal Parlamento al governo vuoi per effetto dei processi di delegificazione,vuoi per il crescente ricorso alla delega legislativa;Inoltre l'equilibrio si è spostato a seguito del ricorso,da parte del governo,alla decretazione d'urgenza accompagnata dalla posizione della questione di fiducia.

-Le assemblee rappresentative a tutti i livelli,come in tutti i paesi sono alla ricerca di una ridefinizione del proprio ruolo:ridimensionato in via di ridemensionamento il potere di vita o di morte dei governo e circo scritto il potere normativo sono organi ancora pletorici che faticano a riconvertirsi nella tradizione di altre funzioni(rappresentanza,controllo)


-Il presidente della Repubblica ha assolto le sue funzioni che la Costituzione gli affida ma si è trovato periordicamente in dotto ad esporsi a causa delle inadeguatezze del sistema politico assumendo una funzione di vero e proprio contropotere di bilanciamento.

-La magistratura ha affermato la sua propria indipendenza,ma le intollerabili lentezze della giurisdizione ne hanno ridotto il ruolo di garanzia dei diritti dei cittadini.Inoltre il modo come viene spesso interpretato il principio costituzionale della obbligatorietà dell'azione penale ha sollevato dubbi sul mantenere i magistrati giudicanti e i magistrati dell'accusa nel quadro di una stessa carriera;Qui i tentativi di revisione dell'ordinamento giudiziario culminati con l'approvazione della 1. 150/2005 contrastata dalla magistratura e poi ridimensionata.

-L'ordinamento regionale si è consolidato senza che le regioni abbiano potuto assumere il ruolo di interlocutori unici del governo centrale. Così l'ordinsmento italiano resta caratterizzato da un singolare assetto fondato su un pluralismo territoriale particolarmente complesso;esso impone la collaborazione di una molteplicità di enti dotati di un autonomia costituzionalmente garantita.

-Le pubbliche amministrazioni sottoposte da anni a processi di trasformazione molto incisivi che hanno riguardato il rapporto di pubblico impego,le regole base del procedimento amministrativo,l'organizzazione interna,i controlli,il decentramento funzionale,sicchè il loro rendimento va crescendo;Contemporaneamente l'istituzione di autorità amministrative indipendenti ha sottratto compiti di garanzia e regolazione agli apparati ministeriali.

-I diritti fondamentali dei cittadini sono tutelati estensivamente e in misura che non più aggiornata e garantista,sono tutelati estensivamente e in misura che non è paragonabile rispetto a quanto avveniva nelle precendenti fasi della storia costituzionale italiana.Interviene con puntualità il sistema della Convenzione europea dei diritti dell'uomo,sempre più valorizzato dalla stessa Corte costituzionale.

Un aggioramento della parte organzzativa della costituzione sarebbe utile ma mentre sul ciò vi è un ampio consenso sul quando vi è un largo dissensso.
Le considerazioni sono che: le aspettative in termini di prestazioni da parte dei cittadini sono cresciute,l'evoluzione dei fenomeni sociali è troppo rapida per farvi fronte,la concorrenza fuori e dentro l'Europa richiede efficienza e disponibilità a cooperare di soggetti pubblici e privati;le caratteristiche della società opulenta si coniugano con quelle individualistiche e familistiche tipiche della società italiana.Sul piano politico istituzionale un sistema bipolare fino ad oggi ha portato a strumentalizzare qualsiasi ipotesi di innovazione istituzionale.
Per questo si attende che la classe dirigente politca riesca a varare in sufficiente comunione d'intenti riforme in grado di assecondare un più lineare e più equilibrato funzionamento del sistema di governo,il circuito corpo elettorale-elezione dei rappresentanti-invenstitura dell'esecutivo.

LA COSTITUZIONE E I TENTATIVI DI RIFORMARLA

Anche negli anni ormai lontani in cui l'attenzione era verso l'attuazione della Costituzione,vi fu chi ne proponeva la riforma:sia da prospettive contrarie al sistema democratio e sia per favorirne il consolidamento.Fino alla fine delgi anni Settanta,le forze politiche di maggioranza e il maggior partito di opposizione dell'epoca(Pci)furono concordi nel respingere qualsiasi ipotesi di revisione.Insieme essi formavano l'arco costituzionale
formula che esprimeva la costituzione in senso materiale dell'epoca.
Quelle forze politiche(Dc i suoi alleati e il Pci)con i ceti e gli ambienti sociali che rappresentavano,consideravano la Costituzione del 48' una propria espressione:e non avevano la minima intenzione di cambiarla.Nella seconda metà degli anni Settanta,di fronte alle difficoltà di funzionamento del sistema politico-istituzionale,culminate nella drammatica VII legislatura(1976-1979)e simboleggiate dal rapimento e dall'assassinio di Moro,fu un partito di sinistra(Psi)a rompere l'arco costituzionale proponendo incisive riforme costituzionali e lanciando la parola d'ordine della grande riforma,era la fine del 1979 e da li in poi il tema non è più uscito dai progetti delle forze politiche italiane.Le resistenze fuorono enormi ma tuttavia dopo anno dopo anno l'esigenza di modernizzare le istituzioni si fece strada.Lo dimostrano da un lato la politica delle riforme possibili perseguita per un decennio dalle coalizioni pentapartitiche,dall'altro importanti iniziative parlamentari che si sarebbero ripetute anche per affrontare la crisi degli anni Novanta.Le commissioni parlamentari bicamerali costituite nell'arco di quindici anni per dar vita a una complessiva revisione della Costituzione del '48 fuorono ben tre.
Trent'anni di riformismo istituzionale hanno mostrato la difficoltà di procedere a una revisone organica della carte costituzionale.Mai si sono profilati consensi sufficienti a un impresa del genere,nonostante che a partire dagli anni '90 si sia ritentuto di accrescere le possibilità di successo limitando l'ipotizzata revisione alla sola parte seconda:per venire incontro alla preoccupazione di quanti temevano e temono che provenire incotro alla preoccupazione di quanti temevano e temono che porre mano alla parte relativa ai diritti dei cittadini avrebbe potuto ridurre la tutela.Del resto è sempre stata così forte l'idea che a qualsiasi revisione costituzionale si dovesse procedere si dovesse procedere solo con consensi larghissimi.Con un sistema politico maggioritario è presenta a tutti la necessità di evitare riforme costituzionali partigiane destinate ad essere ribaltate da una successiva diversa maggioranza.L'esigenza di consensi ampi ha finito con l'attribuire a ciascuna forza politica potere di veto;ed ha fatto si che spesso,il punto di compromesso fra forze politiche portatrici di disegni assai distanti fra loro venisse trovato sulle base di soluzioni incoerenti e tecnicamente inadeguate.Alla vigilia delle elezioni politiche del 2001,la revisione dell'intero titolo V della Costituzione,fu invece approvata,con solo quattro voti oltre il quorum funzionale,da sola maggioranza di centro-sinistra.Ciò provocò,per la prima volta,la richiesta di referndum costituzionale.Venne a cedere così il veto di fatto in materia di revisione costituzionale che le forze politiche principali si erano riconosciute l'un l'altra in precedenza.Infatti la maggioranza di centro-destra uscita dalle elezioni dello stesso anno si fece a sua volta promotrice di diverse proposte di revisione costituzionale,vuoi correttive della riforma del titolo V vuoi più ambiziosamente indirizzate a riprendere i tentativi di revisione dell'intera parte seconda della Costituzione.Seguendo e portando ad ulteriori conseguenze la strada aperta dal centro-sinistra,il centro-destra approvò da solo,nella XIV legislatura,una complessa iniziativa di revisione,alla quale fu subito chiesto un secondo referendum costituzionale.Quella riforma toccava quasi metà degli 80 articoli della parte II Cost. Intervenendo su quattro punti:forma di governo,bicameralismo,rapporti stati-autonomie,correzzioni al titolo sulle garanzie costituzionali.Avrebbe raffrozato il ruolo del presidente del Consiglio e ridefinito il ruolo del presidente della Repubblicae avrebbe portato a una significativa riduzione del numero dei parlamentari e una netta differenzazione fra le due Camere(Camera dei deputati sola titolare del rapporto fiduciario,mentre il Senato,definito federale avrebbe partecipato alla funzione legislativa in misura limitata);sarebbero state introdotte competenze legislative esclusive delle regioni su alcune materie e restituite allo Stato la tutela dell'interesse nazionale e alcune delle competenze concorrenti di cui l'attuale art 117.3.Il progetto fu approvato fortemente avversato dall'opposizione di centro-sinistra,destinata a divenire maggioranza con l'elezioni del 2006.Essa suscitò reazioni prevalentemente critiche anche in ambito dottrinario.Alcuni giudicavanoche il testo rafforzasse eccessivamente il governo e primo ministro;altri trovarono poco convincente la soluzione individuata per riformare il bicameralismo:infatti con l'intendimento di assicurare un ruolo paritario al Senato,nel momento in cui lo si voleva ancora direttamente eletto e privato del rapporto fiduciario con governo,lo si era caricato di decisive competenze legislative che facevano temere un indebolimento dell'esecutivo in ordine alla sua capacità di perseguire in concreto il proprio indirizzo politico.Sta di fatto che il voto popolare bocciò la riforma con il 61.3% di no e 38.7% di si.
Nella XV legislatura interrottarsi nel febbraio 2008,progetti di revisione nella direzione indicata,pur limitati nel loro contenuto,avevano fatto qualche passo avanti nell'iter parlamentare,sostenuti da ampi consensi.
Con l'avvento della XVI legislatira grazie sopratutto al delinearsi di un sistema partitico assai diverso dal passato,meno frammentato e ,almeno in una prima fase,caratterizzato da una maggioranza omogenea e da un clima più costruttivo nei rapporti governo-opposizione,era sembrata profilarsi una ripresa dell'impegno riformistico tale da poter sfociare in una più o meno ampia riorfa della parte seconda della Costitizione.Ma le polemiche contingenti sono tornate a rendere tale prospettiva difficile in un alternarsi continuo di fasi di ottimismo e fasi di stallo.Gli insuccessi però non tolgono affatto che diversi importanti istituti della parte seconda della Costituzione giustificherebbro incisivi interventi.
Qui richiamiamo in particolare: a) riforma del bicameralismo paritario e indifferenziato per dare un senso all'esistenza di due diversi rami del Parlamento che si giustificano solo se diversi per funzioni e rappresentatività;dopo la riforma a titolo V s'impone l'esigenza d'individuare al centro dell'ordinamento la sede della rappresentaza degli interessi sub-nazionali a partire dalle regioni ed infine è urgente sottrarre al senato il rapporto fiduciario col governo; b) messa a punto della forma di governo in modo da integrare efficacemente la legislazione elettorale;dotare il Presidente del Consiglio dei ministri di poteri giuridici che ne consolidino la supremazia e le responsabilità all'interno delle compagine di governo,chiarendonel contempo il ruolo del Presidente della Repubblica;occorrerebbe dare un riconoscimento costituzionale al ruolo dell'opposizione e prevedere disposizoni che disciplinino eventuali conflitti d'interesse; c) correzione equilibrata dell'art 117 con riferimento alle competenze legislative di Stato e regioni,sulla base dell'esperienza di questi anni e della giurisprudenza della Corte costituzionale.
A queste priorità vi sono altri temi:le norme del titolo IV sulla magistratura,qualche prudente correttivo all'organizzazione e al funzionamento della giustizia costituzionale norme che disciplinino i rapporti fra ordinamento italiano e ordinamento dell'Ue,la soppressione dei riferimenti alle province presenti nel titolo V.Più difficile pensare di poter procedere a modifiche della parte prima sui diritti e doveri che meriterebbe alcuni aggiornamenti(Es:libertà d'informazione).Quanto agli strumenti da utilizzare sembra improbabile il ricorso a procedimenti speciali(al posto dell'art.138 Cost. così com'è).Ma restano proposte per modificarlo,alzando il quorum necessario per la revisione,ovvero per sopprimere il terzo comma,consentendo in ogni caso la richiesta del referendum confermativo,ovvero ancora per rendere quest'ultimo obbligatorio.
Un revisione costituzionale potrebbe essere preceduta da un adeguamento dei reoglamenti parlamentari in coerenza con la mutata struttura del sistema partitico;e dovrebbe essere accompagnata da modifiche alla legge elettorale.Per abrogarne alcune parti si è tenuto nel 2009 un referendum fallito per il non raggiungimento del quorum.Una nuova iniziativa è stata presentata nel 2011 con l'obbiettivo di prevenire,con abrogazione della riforma del 2005,al ripristino della legislazione elettorale del '93(sistema elettorale per ¾ imperinato su collegi uninomali con formula plurality)sperò senza riuscire a superare il giudizio di ammissibilità della Corte costituzionale.In materia elettorale strategie e interessi restano contrapposti.Chi vuole consolidare l'assetto bipolare e la riduzione della frammentazione punta a limitate modifche della legge attuale oppure alla introduzione della formula simile a quella spagnola o al sistema maggioritario uninomiale(uno o due turni).Chi considera forzoso il bipolarismo punta a un sistema di tipo tedesco.Ogni prospettiva di rifroma è condizionata dai contingenti rapporti fra i partiti sia dalla complessiva evolzione del sistema politico.Entrambi appaiono in trasformazione dopo la crisi del quarto governo Berlusconi la cui maggioranza iniziò a sfaldarsi dalla metà del 2010 con il discatto di molti deputati e senatori,costituitisi in gruppi parlamentari autonomi schierati all'opposizione.La crisi dell'auro innescata dal debito greco ma riversatasi sull'Italia faceva il resto indebolendo le capacità d'indirizzo del presidente del Consiglio e inducendo altri parlamentari ad abbandonarlo.Questo assieme ala pressione dei mercati per misure più drastiche che quel governo non era in grado di adottare costringeva Silvio Berlusconi alle dimissioni nel novembre del 2011 accettando di sostenere con il suo partito,insieme all'opposizione,un nuovo governo affidato all'ex commissario europeo e neosenatore Mario Monti.Era considerato la personalità più adatta a fronteggiare la crisi per ciò che riguardava l'Italia e a concorrere in sede di Unione Europea al salvataggio dell'euro.Monti sostenuto dal capo dello Stato formava un governo senza personalità designate dai partiti,composto sostanzialmente dai tecnocrati,snello(18 ministri)con l'obbiettivo di governoare credibilmente la finanza pubblica cercando di rilanciare l'economia fino alla scadenza della legislatura.Vi erano comunque ancora molte incognite:legge elettorale non sottoponibile a referendum per decisione della Corte costituzionale e da riformare prima delle nuove elezioni;la tenuta di una composita larga maggioranza con periodiche fasi s'incertezza;la capacità del governo di farsi seguire da un parlamento che lo sostiene ma di cui non è espressione capacità che va a indebolirsi più s'avvicina la scadenza elettorale e si sarebbe avanzata l'ipotesi di anticipare il voto a fine del 2012.Su tutto rimaneva l'incertezza sulla possibile evoluzione della forma di governo e della soppravvivenza del sistema bipolare del sistema politico,al momento in cui dopo l'elezioni i partiti si sarebbero tornati ad assumere le responsabilità.L'assetto bipolare fu continuato ad essere difeso da molti, mentre altri ritenevano che una grande coalizione che continuasse a coinvolgere gran parte dei due schieramenti di centro-destra e di centro-sinistra,con la conferma di Monti alla guida del governo,utile a fronteggiare una crisi lungi da dirsi superata.

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